La medicina allopatica (scientifica), che ben conosce l’anatomia e la fisiologia della bocca, tende ancora spesso a considerarla in modo a sé stante rispetto all’organismo senza analizzarne approfonditamente i legami con il resto della persona. Normalmente infatti, le patologie più comuni della bocca come la carie e la parodontopatia (malattia delle gengive e dell’osso alveolare) vengono etiologicamente riferite alla placca batterica, ovvero trovano in essa, secondo la medicina ufficiale, la causa di tutto. La placca batterica (la patina che sentiamo sui denti dopo un pò di tempo che non li laviamo) però, ha composizione assai diversa a seconda del soggetto e delle sue condizioni, per cui, come la Naturopatia e le nuove scienze spiegano, molto va anche riferito al tipo di terreno costituzionale della persona e alla sua situazione di salute generale.

Dunque la medicina allopatica considera la lesione che si trova in bocca a sé stante rispetto al corpo e la trattata in modo sintomatico. Essa intanto riconosce qualche correlazione cavo orale – organismo come per esempio il legame tra l’occlusione dentale (il modo in cui i denti si toccano) e la postura, la salute della bocca nella prevenzione delle malattie cardiache, nel parto prematuro e sottopeso e nel controllo dell’infiammazione nel diabete. Tale prevenzione è possibile attraverso una bocca sana perché dei tessuti intatti e tonici, provi di infiammazione, non permettono il passaggio di batteri dal cavo orale (esposto all’ambiente esterno) al circolo sanguigno attraverso il quale essi potrebbero giungere in aree indebolite provocando infezioni. Una bocca con delle mucose sane e forti costituisce una buona barriera dagli agenti esterni!

Ma tanto è vero ciò, tanto è vero anche il contrario, ossia, un soggetto che non è forte e in salute, che ha difficoltà di guarigione e basse difese immunitarie, difficilmente guarisce in modo stabile da una patologia orale, senza un supporto alla sua salute. Clinicamente infatti è possibile osservare che alcuni problemi possono recidivare, come ad esempio il ripresentarsi di un’infezione in un dente o dei fastitidi non ben definiti che a volte ricompaiono, oppure problemi gengivali che non si stabilizzano.

Si trovano ora in letteratura interessanti articoli che spiegano come lo stress interferisca con la composizione della saliva, della flora batterica e non solo. La PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia) lo conferma: quando lo stress si prolunga, cambiano il tono dell’umore, la stabilità emozionale, la qualità del sonno, l’attenzione, la memoria, l’attività cognitiva, l’appetito…e tutto ciò avviene perché i sistemi dell’organismo utilizzano per comunicare tra loro un linguaggio comune: molecole che fungono da neurotrasmettitori, citochine e ormoni allo stesso tempo. Significa che l’intero corpo parla, pensa, sente, prova emozioni, si relaziona con l’esterno e comunica all’interno, elaborando strategie metaboliche per il benessere globale. L’organismo reagisce continuamente agli stimoli e si modifica. Tutto è dinamico e mutevole.

La medicina olistica proprio basandosi su tali concetti, conosciuti fin dai tempi antichi, e ormai spiegati anche attraverso i bellissimi lavori di scienziati che si occupano delle scienze più moderne come Pnei, fisica dei quanti, neuroscienze…, considera l’uomo sempre nella sua complessità, con le sue caratteristiche e il background da cui proviene e in cui interagisce; e tenendo presente che non è la medicina che cura ma l’organismo che si autorigenera, favorisce il ripristino della sua energia vitale allo scopo di mantenere il benessere globale.